CONSANDOLO
Itinerario Storico – Turistico
A.R.S. Associazione Ricerche Storiche di Consandolo
I edizione Consandolo 2011
II edizione aggiornata Consandolo 2017
Consandolo: Caput Sandali, un po’ di storia
Insediamenti etruschi o celti sui dossi qui emersi sono solo ipotizzabili, ma consistenti indizi toponomastici e cartografici comprovano la presenza di una postazione romana, che ha probabilmente costituito il primo nucleo abitativo del paese, alla destra e sulla foce di un ramo del Po, staccatosi nel II secolo a.C. a Codrea, che scendeva da Portomaggiore per buttarsi qui nella palude Padusa con un estuario di 1300 metri circa e che in seguito fu chiamato Sandalo dalla tipica imbarcazione a sandalo, dal fondo piatto, idoneo a solcare canali e paludi.
Nei pressi di questo Co di Sandalo o Consandolo confluiva anche la fossa Gaibana, proveniente dalla zona di Ferrara, dove nel sec. VIII d.C. si originò il ramo del Po di Primaro, che dirigendosi a est mantenne la Padusa alla sua destra. Questo nuovo ramo tolse acqua al Sandalo, che si restrinse e nella parte di questo alveo da poco prosciugato, alla sinistra del Sandalo ridotto, nei pressi del suo affluire nell’ormai formato Primaro, sorse il paese alto-medievale di Consandolo, con la chiesa di San Giovanni Evangelista trincerata dietro il forte della Stellata, che presidiava la foce e il passaggio sul Po di Primaro.
Nel X secolo Consandolo era un’arimannia, cioè una comunità di “uomini liberi”, ed attività rurali già si svolgevano nella massa Grasile, attuale Gresolo, che si estendeva nel territorio del Sandalo. Qui la torre romana di scolta nel 1261 fu trasformata nel campanile della pieve, quindi chiesa arcipretale di San Zenone, attorno a cui si impose un ulteriore centro del paese, quello che ancor oggi permane.
Tra questo e il preesistente borgo medievale, direttamente approdante sul Primaro, nel 1434 Nicolò III d’Este fece costruire la prima delizia estense fuori Ferrara, in un luogo cioè strategicamente importante. Consandolo infatti, fin dal 1200, costituiva con la sua “Fossa di Bosio” il confine tra Ferrara e Ravenna, perciò qui le attività economiche e politiche degli Estensi si svilupparono e il “sontuosissimo” Palazzo, con l’annessa castalderia, prosperò, soprattutto quando nel 1540 divenne possedimento di Renata, moglie di Ercole II d’Este e figlia di Luigi XII re di Francia, che qui poté più liberamente professare il suo proibito credo protestante, diffondendolo anche fra i Consandolesi.
Dopo la devoluzione estense nel 1598, la delizia divenne proprietà dei Rondinelli, Marchesi di Canossa, feudatari a Consandolo anche prima del governo estense e fu demolita nella seconda metà dell’Ottocento, quando già da tempo andava emergendo una classe di latifondisti, per certi versi già imprenditori, come gli Scacerni, proprietari nel ‘700 del palazzo porticato di fronte alla chiesa, di cui fecero all’epoca un centro di lavorazione vinicola, o benefattori, come i Vandini, che sul finire del XVII secolo lasciarono i loro beni al paese. Tra questi benefattori occuparono un posto importante i Salvatori, Alzirdo, sempre prodigo nell’elargire aiuti al paese, e Vincenzo, suo figlio, che nella seconda metà del ‘900 lasciò in eredità i suoi beni a Consandolo.
In seguito alla realizzazione del Cavo Spina nel 1828, che prosciugò il tratto del Primaro-Reno fra Traghetto e Boccaleone, alcuni agrari costituirono una società per una più ottimale bonifica dei terreni al confine con la provincia di Bologna, città che, con la ferrovia Bologna-Portomaggiore, fu collegata a Consandolo.
La stazione, inaugurata nel 1887, partecipò subito ai traffici commerciali, divenendo una tra le più importanti del percorso, dopo il raccordo nel 1926 con l’Azienda Agricola Buscaroli, fondata nel 1905 da Luigi Buscaroli, precursore in Italia della moderna produzione frutticola. Tonnellate di frutta partivano da qui per tutto il mondo, ponendo le basi di quella frutticoltura che caratterizzò Consandolo nel secondo dopoguerra, tanto che arrivò a contare cinque grandi complessi frigoriferi per la lavorazione e conservazione della frutta..
A fine anni ’30 del Novecento cominciò ad essere operativa la centrale degli impianti di compressione del gas metano, estratto sul posto. La centrale, per la sua importanza, divenne bersaglio di bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, ma è tuttora funzionante e fornisce gas per autotrazione.
Luoghi
[1] – Chiesa
[2] – Campanile
[3] – Canonica
[4] – Palazzo Buscaroli
[5] – Fabbrica Buscaroli
[6] – Scuole elementari
[7] – Viale Rimembranze
[8] – Palazzo Laugeri
[9] – Palazzo Bighini
[10] – Palazzo Stecchi Stegani – Pezzoli
[11] – Conventone
[12] – Palazzo Caranti
[13] – Palazzo Bergamini
[14] – Hostaria e Beccaria estense
[15] – Delizia estense
[16] – Palazzetto dello sport
[17] – Impianti sportivi
[18] – Via Nazionale Nord
[19] – Piazzetta – Forte della Stellata
[20] – Chiesa di S.Giovanni Evangelista
[21] – Pradine
[22] – Trebbo
[23] – Belvedere
[24] – “Cunziéra” – Conceria
[25] – Mensa
[26] – Via Provinciale
[27] – Via Gresolo
[28] – Possioncella – Palazzo
[29] – Villa Manini
[30] – Villa Salvatori
[31] – Via Opera Pia
[32] – Chiesa protestante
[33] – Villa Maria Luisa
[34] – Chiesolino
[35] – Palazzo dell’Opera Pia
[36] – Via Nazionale Sud
[37] – Dogana
[38] – Condotto Passo del Sale
[39] – Via del Bosco – Sabbioncini
[40] – Centrale del metano
[41] – Santissimo
[42] – Azienda agricola Corelli
[43] – Fondo Fornace
[A] – Stazione
[B] – Trombone
[C] – Molinellina
[D] – Po di Primaro
[E] – Sandalo
[ 1] Chiesa di San Zenone.
Già esistente nel 1137, l’Ecclesia Sancti Zenonis era sicuramente provvista del tempio, documentato fin dal 1172, che almeno nella planimetria, non doveva discostarsi molto dalla struttura, a navata unica, che, perdurò fino al 1759, quando iniziò la costruzione della fabbrica attuale. All’interno interventi di restauro si ebbero nel 1882, con l’erezione dell’altare maggiore, alla fine degli anni ’20 del Novecento, con la posa del pavimento tolto con i restauri 2013 – 15, e nel secondo dopoguerra per riparare i danni causati dai bombardamenti. Tra le opere di pregio si distinguono le statue settecentesche di buona scultura, adornanti una delle sei cappelle laterali, i cinque grandi dipinti di XVII – XIX secolo e il bel coro di noce del Seicento, proveniente dalla chiesa di S. Maria degli Angeli di Ferrara. [1]
[ 2] Campanile.
È una torre romana di avvistamento, attribuita all’imperatore Galba (69 d.C.), sorta su un dosso, alla confluenza del Sandalo col Padoreno, poi Po di Primaro. Usata
anche come faro per la navigazione e in seguito come ufficio doganale, nel 1261 fu trasformata nel campanile della chiesa di San
Zenone, già esistente. [2]
[ 3] Canonica
Fu edificata nel 1797 a fianco della vecchia casa parrocchiale, poi demolita, utilizzando una struttura di una precedente abitazione e gran parte del materiale dell’Oratorio di San Giovanni, abbattuto nello stesso anno. La costruzione terminò verso il 1810 e al suo interno conserva un capitello della delizia estense. [1]
[4] Palazzo Buscaroli.
Nel ‘700 apparteneva agli Scacerni, grossi latifondisti a Consandolo, che avevano adibito i locali al piano terra alla produzione e rivendita di vino – Passato poi nel secolo successivo ai loro usuari Recchi, fu acquistato da Luigi Buscaroli all’inizio del ‘900 ed è tuttora di proprietà Buscaroli. Il Palazzo è un po’ il simbolo della piazza di Consandolo, con il suo porticato a 14 archi e con la duplice teoria di finestre rettangolari, tutte con ghiera in cotto. Nel complesso è riconducibile a strutture di XVI secolo e lo stile richiama abbastanza l’architettura di Biagio Rossetti, che comunque a Consandolo era “Superiore al dazio della Grassa” (tassa sulle merci trasportate via acqua). [3]
[5] Fabbrica Buscaroli.
Nell’adiacenza laterale del palazzo, Luigi Buscaroli sistemò gli impianti di lavorazione della frutta dell’azienda agricola nata nel 1905, primo nucleo delle retrostanti fabbriche, con bella palazzina d’ingresso, che negli anni ’30 del Novecento fecero conoscere la frutta di Consandolo in tutto il mondo. [3]
[6] Scuole elementari.
L’edificio fu costruito poco dopo la legge Coppino del 1878, che rendeva obbligatorie le scuole elementari. Di sapore neoclassico, mantiene ancora il timpano centrale, in cui un orologio, dono di Alzirdo Salvatori, suonò fino alla seconda guerra mondiale. Ha un androne centrale e gli usuali ingressi laterali, per l’accesso separato dei maschi e delle femmine; funzionò fino alla costruzione delle nuove scuole elementari, in via Alzirdo Salvatori, inaugurata nel 1967. [4]
[7] Viale Rimembranze.
Ricorda e commemora le vittime, militari e civili, delle due guerre mondiali; è stagliato nella via da due filari di alberi di magnolia. Quando fu impiantato, tra gli anni ’20 e ’30, a delimitarlo erano pini marittimi: in ogni tronco era fissata una targhetta di bronzo recante il nome di un soldato caduto in guerra, completato dalla scritta “Resurgens”. Due fittoni e due muretti laterali ne delimitavano le estremità. Durante la II guerra mondiale i pini vennero danneggiati e furono quindi sostituiti dalle magnolie. Al centro un pilastro marmoreo , inaugurato il 25 aprile 1951, è innalzato sui gradini circostanti e reca sulle facciate i nomi dei caduti. [4]
[8] Palazzo Laugeri.
Inserita in un lungo caseggiato, si distingue l’abitazione più alta dei principi Laugeri, derivati a Consandolo per matrimonio con una Manini. Il palazzo presenta ancora i segni di una sobria eleganza di stile ottocentesco, con le finestre incorniciate e con piccole balaustre in ferro lavorato. [4]
[9] Palazzo Bighini.
È un edificio piuttosto antico, costruito ai piedi dell’argine del Primaro, con i caratteristici contrafforti allo zoccolo, che lo riparavano dall’acqua, rimasti fino alla recente ristrutturazione. Prima di tali interventi di restauro, dall’ingresso, scesi alcuni gradini, si accedeva ad un androne in cui campeggiava una monumentale scala a colonne del XV secolo. Il palazzo però era sicuramente antecedente al ’400, in quanto, allo sventramento dei muri esterni, sono apparse pareti più interne con finestre a bifora, più tipiche del XIII secolo, che ne comprovavano la sua anteriore esistenza, nonché i successivi lavori di ampliamento. [4]
[10] Palazzo Stecchi Stegani – Pezzoli.
Eretto probabilmente nel XV secolo, costituiva col Conventone un’unica proprietà, rimasta indivisa fin oltre la metà del ‘900. L’edificio, a tre piani e di semplice struttura quadrangolare, è caratterizzato da un ampio portone centrale ad arco, sormontato da balconcino e fiancheggiato, l’una per parte, da due porte laterali sempre arcuate. [4]
[11] Conventone.
È chiamato così perché fu trasformato in convento, probabilmente fra ‘500 e ‘600. Ascrivibile almeno al XIV secolo, la costruzione nel tempo ha subito numerosi rifacimenti, con la conseguente perdita dei segni architettonici ed artistici comprovanti la sua storia, che lo indica come una delle proprietà degli Estensi, in cui, secondo la leggenda, si incontravano segretamente Ugo e Parisina, rispettivamente figlio e moglie di Nicolò III d’Este. [4]
[12] Palazzo Caranti.
Già struttura di servizio del palazzo Buscaroli, è così denominato dal suo ottocentesco proprietario, che lo comprò in quell’epoca. È caratteristico per la sua pianta a triangolo molto acuto e questo perché voleva essere prospiciente la via da un lato, ma non poteva allargarsi dall’altro, a causa del confine del giardino della Delizia, che rimase inalterato fino agli anni ’60 del secolo scorso.[4]
[13] Palazzo Bergamini.
Apparteneva ai Rondinelli, Marchesi di Canossa, già da secoli feudatari a Consandolo, quando dopo il 1598 ottennero la delizia estense. In quell’epoca il palazzo fu probabilmente restaurato, date le caratteristiche strutturali secentesche e mantenne il suo accesso alla delizia estense, le cui scuderie si situavano nel suo cortile, tanto che per anni è stato scambiato per la Delizia stessa e per questo ritenuto di Renata di Francia. [5]
[14] Hostaria e Beccaria estense.
L’edificio all’angolo con via Nazionale Nord esisteva sicuramente all’epoca della Delizia , anzi nel 1598, al momento della devoluzione degli Estensi al Papato, in esso vi erano una “hostaria e beccaria”, il che significa che la casa ha ospitato un’osteria e un negozio di alimentari per oltre quattrocento anni di seguito; ne è rimasta priva solo da pochi anni. [4]
[15] Delizia estense – Castalderia di corte.
Nell’area oggi fortemente lottizzata, sorgeva la prima delizia, che Nicolò III d’Este fece costruire fuori Ferrara, nel 1434. Il grande parco, con ampia peschiera in fondo, tutto recintato da mura, si estendeva per 15 ettari e racchiudeva il palazzo, “sontuoso ed ornatissimo di magnifiche opere”, la castalderia di corte e le pertinenze rusticali. Nel 1540 la delizia fu donata a Renata di Francia, moglie di Ercole II d’Este, che qui professò il suo credo calvinista, creando nel paese un forte nucleo a fede protestante. Il possedimento passò ai Rondinelli, marchesi di Canossa, che ancora lo detenevano, quando, gravemente danneggiata da un incendio, la delizia fu demolita a metà ‘800, ma rimase la Castalderia, tuttora denominata Borgo Corte. [5]
[16] Palazzetto dello sport.
È sorto negli anni ’80 del Novecento, coi fondi della Fondazione Alzirdo Salvatori, voluta dal figlio, l’avvocato Vincenzo, che ha lasciato i suoi beni in eredità a Consandolo. [4]
[17] Impianti sportivi.
Nel 1961 si inaugurò il campo di calcio, realizzato sul fondo Bosco dei Salvatori, per volontà della stessa Fondazione A. Salvatori. Seguirono poi gli altri impianti sportivi, disposti sulla riva destra del Po di Primaro. Precedentemente, fino ai primi anni ’50, il campo di calcio occupava un’area compresa tra via Opera Pia e il canale di scolo retrostante le scuole elementari. [4]
[18] Via Nazionale Nord.
La via a Nord-Ovest , proveniente da Benvignante, costeggiava l’antico fiume Gaibana, il cui letto a Consandolo fu occupato dal Sandalo medioevale. La Nazionale Nord dunque non seguiva il Primaro, ma un altro fiume più antico, il cui alveo ancora lo si può vedere nel canale vecchio di Benvignante, alla cui sinistra con ogni probabilità si stendevano i campi agrari romani, che avevano in questo fiume la base della loro centuriazione. Questa ipotesi trova sostegno non solo nella carta del Benetti del 1719 e nelle vestigia dei tratti centurìati, ma anche, e soprattutto, nel fatto che questa strada ancora sul Catasto Carafa del 1770 è chiamata Strada Romana. [4]
[19] Piazzetta – Forte della Stellata.
In epoca medioevale, sulla sponda sinistra del Sandalo a Consandolo, vicino alla foce, esisteva una bastia, la fortezza Stellata, non da “stella”, ma da “stèla” (palafitta) con lo spiazzo anteriore, da cui “Piazzetta”. Essa era collegata ad una catena che serviva a bloccare le navi sia sul Sandalo che sul Primaro per il pagamento di dazi e gabelle. Questa Bastia fu costruita da Niccolò I d’Este, verosimilmente nel periodo successivo all’inizio della sua Signoria a Ferrara nel 1317, ma certamente prima del 1333, anno in cui avvenne una tremenda battaglia che contrapponeva il Legato Pontificio di Argenta agli Estensi; questo combattimento avvenne proprio alla fortezza Stellata di Consandolo. [4]
[20] Chiesa di S. Giovanni Evangelista.
Dietro il forte della Stellata si trova ancora, dopo più di 1000 anni, l’edificio che fu la Chiesa di S. Giovanni Evangelista, pieve già documentata in un placito del 970 d.C. . Fulcro del paese medioevale di Caput Sandali, perse la consacrazione tra XIV e XV secolo, mantenendo però un oratorio, officiante fino al 1797, quando fu demolito, e conservando anche le strutture conventuali, che ancora si evidenziano a lato dell’antica area cimiteriale. [1]
[21] Pradine.
È un particolare edificio secolare, costruito proprio nel letto del Sandalo medievale, trasversalmente al suo corso, con tre arcate, che hanno suggerito ad alcuni l’idea che potesse essere stata una primitiva idrovora di un Sandalo ormai in estinzione, ma che continuava a ricevere qui le acque del ramo di sinistra. Il nome della casa però non è legato all’acqua, bensì alla terra, sia che risalga a prato, sia che derivi da Braidina, piccola braglia, oltretutto stranamente al plurale. [4]
[22] Trebbo.
Il nome, attraverso i passaggi linguistici Trebbo < Trebbio < Trivio, deriva da “Trivium”, il punto cioè in cui una via biforcandosi dà origine a tre distinti percorsi. È dunque certo che al Trebbo vi era un’insediamento romano, sorto alla confluenza di tre vie, di cui una era sicuramente costituita dal Sandalo, dal momento che tuttora il Trebbo è prossimo all’alveo del Sandalo medioevale, oltre il ponte che lo collegava alla Strada Romana, altra via verso Gaibana. La terza direzione era verso Bologna, sul proseguimento dell’argine destro del Sandalo, oltre il Gaibana, verso la Padusa. [2]
[23] Belvedere.
Belvedere è il nome tipico delle abitazioni ragguardevoli costruite nella nostra zona lungo corsi d’acqua, in genere prossime agli argini, in posizione sopraelevata, che consentiva di spaziare con la vista su un vasto panorama. Il Belvedere di Consandolo lo è per eccellenza, sorto parecchi secoli fa con fronte sul Po di Primaro, sotto il suo argine sinistro, molto più basso dell’attuale, che permetteva la vista sulla Padusa, da cui il Primaro era separato da un argine tanto irrilevante, da consentire all’acqua, durante le piene, di mescolarsi con le valli. L’edificio rettangolare del Belvedere, prolungato dalle due adiacenze, una più bassa dell’altra, dei rustici, è strutturalmente ancora integro, ma degli antichi decori rimangono solo le modanature in laterizio sotto gli spioventi del tetto, in quanto i ripetuti interventi di rifacimento e la frammentazione della proprietà, lo hanno radicalmente modificato, non ultimo il capovolgimento del fronte. [4]
[24] “Cunziéra” – Conceria
Di proprietà dei Principi Pii di Savoia, l’attuale casa nacque proprio come conceria per le pelli, la quale traeva l’acqua necessaria dal contiguo Po di Primaro, sul cui argine mantiene tuttora l’unico accesso. [4]
[25] Mensa.
La Mensa era un bene patrimoniale, le cui rendite spettavano direttamente ai Vescovi o Arcivescovi, e a Consandolo la proprietà della Venerabile Mensa Arcivescovile di Ravenna interessava l’area retrostante la Delizia verso sud, le possessioni del marchese Teofilo Calcagnini a ovest, il canale Cantarana più o meno a nord e la via Provinciale a est, su cui si apriva il lungo viale d’ingresso, munito di cancello su pilastri neoclassici, uguali alle colonne del forno del casale, ancora esistente. [4]
[26] Via Provinciale.
Nasce proprio a Consandolo, dove aveva termine il fiume Sandalo; la via infatti ricalca l’antico argine di sinistra del Sandalo romano, che qui defluiva nella Padusa, incanalandosi nel Messanico verso l’Adriatico. Il Po di Primaro ancora non esisteva, mentre con ogni probabilità alla foce del Sandalo, sulla sponda destra, già si era insediato un nucleo abitativo romano, dando vita al borgo Trebbo; nello stesso periodo, sulla sponda sinistra, si innalzava una torre di avvistamento, attribuita all’imperatore Galba (69 d.C.). [4]
[27] Via Gresolo.
È un antico alveo fluviale, connettore dei fondi sorti sui dossi di un’ampia area valliva, aggregati nella Massa Grasile, documentata fin dal X secolo. [4]
[28] Possioncella –Palazzo.
Benché separati dalla parte iniziale di via Gresolo, nel’700 costituivano insieme il fondo Palazzo dei Manini, possidenti terrieri a Consandolo per oltre 250 anni. Residenza padronale l’uno e pertinenze rusticali l’altra, furono divisi per spartizioni d’eredità, attribuendo il Palazzo ai Fabretti-Monti prima e ai Sangiorgi oggi e ai Simoni la parte ritagliata della possessione, appunto la Possioncella. [1]
[29] Villa Manini.
Appartenne ai Manini per 250 anni, dalla metà del XVIII secolo, quando l’edificio arrivava a lambire la strada. La parte distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, non fu ricostruita, ma trasformata in facciata. [4]
[30] Villa Salvatori.
Ancora circondata dal parco, la villa passò ai Salvatori nel XIX secolo, ma era già presente nei catasti anteriori, come attesta il suo stile neoclassico e la scansione delle profonde nicchie incassate nel muro della facciata, adorne di busti in cotto. [4]
[31] Via Opera Pia.
Gran parte della via faceva parte della proprietà che è stata lasciata in beneficenza al paese da Filippo Vandini. Infatti per suo testamento, in data 12 febbraio 1675, fu istituita l’Opera Pia Vandini, che operò dal 1733 al 1862, quando la gestione passò all’Istituto di Carità di Argenta, per obbligo di legge del nuovo Stato Italiano. L’Opera Pia Vandini forniva sussidi con medicinali e carne ai poveri infermi di Argenta, distribuiva 5 doti annuali a zitelle povere ed oneste di Consandolo e assegnava alloggi a vedove povere ed oneste di Consandolo nel caseggiato denominato appunto “La Povra”. [1]
[32] Chiesa protestante.
In una delle due case padronali in piazza dei Maraldi, possidenti terrieri del’700, durante il XX secolo fu ricavata la chiesa di culto protestante. Nell’edificio sono ancora visibili i riquadri modanati a fregio della facciata. [4]
[33] Villa Maria Luisa.
Nei primi anni ’50 del Novecento, il settecentesco palazzo principale dei Maraldi fu ristrutturato in buon stile decó dall’allora proprietario Nicodemo Cavallini che denominò la casa col nome della figlia. [4]
[34] Chiesolino.
È stato eretto ad inizio ‘700 quale ricordo e ringraziamento per il lascito di beneficenza dell’Opera Pia Vandini. Lo stile è del XVII secolo, modanato e impreziosito da affreschi, con un piccolo ed elegante altare; fu dedicato al culto e alla venerazione della Santissima Vergine Maria e, benché di proprietà privata all’incirca da un secolo e mezzo, è sempre stato consacrato, come lo è tuttora, e vi sono sempre state celebrate le funzioni religiose, compresi i matrimoni. [4]
[35] Palazzo dell’Opera Pia.
L’antico palazzo, edificato lì quando ancora vi scorreva il canale di Campostagnolo, era la residenza di Filippo Vandini, che, devolvendolo all’Opera Pia con testamento del 1675, volle che in parte diventasse un albergo per pellegrini indigenti e in parte l’abitazione di un cappellano, che tenesse una scuola per i bambini di Consandolo. [1]
Fiancheggia l’argine sinistro del Padoreno, poi Po di Primaro, correndo su uno spalto di rinforzo, a coronella, ed è appunto chiamata Coronella in una perizia del 1741, mentre in altri documenti coevi si sottolinea il tratto da Consandolo a via del Bosco, quale via che va alla dogana. [4]
[37] Dogana.
Nel punto in cui via del Bosco confluisce con l’argine del Primaro vi era l’ufficio della Dogana o Dazio o Gabella, in cui si pagava la Grassa, la tassa sulle merci trasportate via fiume. Fu impiantata al confine tra le Giurisdizioni di Ravenna e Ferrara, tracciato dall’antico canale Passo del Sale, che si originava dal fiume proprio in quel punto per inoltrarsi verso nord. [4]
[38] Condotto Passo del Sale.
A parte il breve tratto iniziale dal Po di Primaro, il canale scorre tuttora visibile, oltre la strada ai piedi dell’argine. È stato identificato con la Fossa di Bosio, che nel trattato di pace del 1200 tra Ravenna e Ferrara segnava il limite occidentale della Terra Tra le Due Fosse, comprendente Boccaleone, entro la quale nessuna delle due giurisdizioni poteva entrare. Il condotto è molto più antico, fluente tra valli tuttora ricche di sale, tanto indispensabile nell’economia alimentare, da condizionare gli itinerari del suo commercio. Nei pressi del Passo del Sale, il ramo fluviale poteva essere attraversato e il sale forse daziato. [4]
[39] Via del Bosco – Sabbioncini.
La Via che va al Bosco, oltrepassando il Po di Primaro, portava ai boschi della Padusa, con le caratteristiche valli e selve, che in questa zona formavano la tenuta dei Marchesi di Canossa, di loro proprietà per quasi un millennio. Ai piedi dell’argine la via, che, discostandosi da esso di un centinaio di metri circa, appare proseguire pressoché parallela all’argine fino ad Argenta, non è altro che l’argine primitivo del fiume, probabilmente di quando era il Messanico pliniano o il Padoreno romano. [4]
[40] Centrale del metano.
Negli anni ’30 del Novecento, si ubicarono qui gli impianti di distribuzione del metano, perché non lontani dal bacino metanifero. La centrale divenne all’epoca uno dei maggiori punti di erogazione del gas; oggi fornisce metano per autotrazione. [3]
[41] Santissimo.
La casa e il podere costituivano il principale possedimento della Confraternita del Santissimo Sacramento di Consandolo, di cui porta ancora il nome. Potrebbe essere identificato con l’ospedale di carità di Vincinimico, di XII secolo, sicuramente collocato in queste terre, il quale era un’istituzione di carattere religioso per curare i bisognosi. [4]
[42] Azienda agricola Corelli.
I magazzini, per la lavorazione e conservazione della frutta, vennero costruiti sull’importante arteria stradale Adriatica, quando, a metà circa del Novecento, l’azienda Corelli rilevò gran parte della Tenuta dei Canossa, estesa lì, a destra dell’argine. [4]
[43] Fondo Fornace.
A lato di via Sinibalda, campeggia ancora il Molosso dei Marchesi di Canossa, nello stemma araldico affisso sul fronte del casale del fondo Fornace, il cui nome indica l’attività di produzione di laterizi, originariamente svolta lì, dove la vicinanza al fiume garantiva argilla in abbondanza. [4]
[ A ] Stazione.
Inaugurata nel 1887 sulla linea Bologna – Portomaggiore, è tuttora funzionante e completa di fabbricato viaggiatori e magazzino merci, tutti originali del XIX secolo. Negli anni ’30 del Novecento, grazie al collegamento con l’opificio Buscaroli, era il centro di carico di tonnellate di frutta diretta in tutto il mondo. [3]
[ B ] Trombone.
Sulla sponda destra del Po di Primaro restano ancora le vestigia dell’imponente complesso di scuderie del Marchese Costabili, sul fondo Trombone, che dava nome ai cavalli qui allevati, e di questa razza Trombone si servì anche il Re Vittorio Emanuele II per le sue quadriglie. Sul letto del fiume prosciugato dopo il 1828 fu predisposto il viale d’ingresso, delimitato dalle maestose statue, che ancora s’innalzano, insieme all’edificio di portineria, chiamato giostra per la sua forma poliedrica. [4]
[ C ] Molinellina .
Già possedimento dei Principi Pii di Savoia, i terreni attorno all’ansa semicircolare del Sandalo medioevale furono dati in Beneficio a Molinella, da cui derivano il nome. Qui sorse un nucleo abitato, completo di chiesa, oratorio, botteghe e abitazioni di prestigio, fra cui ancora spicca il casino di caccia sul fiume, fatto costruire nella prima metà del ‘500 da Antonio Costabili, ministro di Alfonso I d’Este. [3]
[ D ] Po di Primaro.
Forse era l’antichissimo Reno (Eridano), proveniente da Bologna. Di probabile identificazione col Messanico ricordato da Plinio (23/4 – 79 d.C.), dopo la nascita del Sandalo nel II secolo a.C., la cui foce lo distinse in due parti, si collegò al Po, divenendo Pado-Reno nella parte inferiore e Gaibana (da Galba imperatore, 69 d.C.) nella parte superiore. Tale parte, unita artificialmente a Ferrara nell’VIII secolo, lo trasformò nel Po di Primaro. Nel ‘700 il Cavo Benedettino (papa Benedetto XIV) vi immise per bonifica le acque del Reno al Traghetto, ridenominandolo Reno da lì alla foce. Nel 1828 il Cavo Spina (cardinale Spina), collegando Traghetto direttamente a Boccaleone, causò il prosciugamento di questo tratto. [2]
[ E ] Sandalo.
Nato dal Po a Codrea nel II secolo a.C., forse di origine dolosa nel 108 a.C., riversò un’enorme quantità d’acqua nella Padusa, creando una profonda fossa e un estuario largo m. 1300, che tagliò il preesistente fiume della Padusa e divise il territorio, tanto che al suo Capo, alla sua foce, si originarono due nuclei distinti di Caput Sandali. Dopo la rotta di Ficarolo (XIII sec.) restò solo il ramo destro del Trebbo. [2]
Bibliografia
1 – Documenti archivio parrocchiale. Chiesa San Zenone di Consandolo
2 – G. Astolfi, La Padusa e il Sandalo, Argenta 2010.
3 – AA. VV., Lavoro e sviluppo nel territorio di Consandolo tra passato e presente, a
cura di A.R.S. Associazione Ricerche Storiche di Consandolo, Consandolo 2010.
4 – AA. VV., Le vie di Consandolo nella storia, a cura di A.R.S.:
Associazione Ricerche Storiche di Consandolo, Consandolo 2009.
5 – AA.VV., Gli Estensi a Consandolo – La Delizia Ritrovata, a cura di
A.R.S.: Associazione Ricerche Storiche di Consandolo, Consandolo 2008